Stéphane Halleux è un artista che non può essere abbottonato a nessuna epoca specifica. Contemplare il suo lavoro è come scivolare dolcemente in un mondo in cui il passato e il futuro si scontrano istantaneamente ricreando le deliziose qualità ingenue di un’epoca in cui c’erano meno restrizioni ai nostri sogni. 

Stéphane Halleux è nato in Belgio il 6 luglio 1972 e ha studiato illustrazione. 

È un artista metodico e negli ultimi 20 anni ha creato un corpus coerente di opere che ci trasporta in un “futuro antiquato” stranamente familiare. Le sue sculture sono il risultato di un assemblaggio molto preciso di elementi eterogenei strappati dal loro stato di oggetti inanimati e trasformati nell’incarnazione di fragili nevrosi. La sua abilità non sta solo nel creare le figure stesse, ma anche nel creare le loro personalità. La sua principale materia prima, ancor più importante della pelle, del metallo o del legno che utilizza, è la memoria degli esseri umani, le passioni che li animano, le loro emozioni.

Stéphane Halleux usa l’umorismo come feroce coadiuvante del suo processo creativo per rivelare con cinismo l’assurdità del mondo. Ogni scultura è un concentrato di paradossi e conflitti interiori.  

Il suo lavoro ha ricevuto riconoscimenti internazionali negli ultimi anni. Tim Johnson, direttore dell’animazione di Dreamworks, ad esempio, ha detto del suo lavoro: “Sono attratto dal lavoro di Stephane come collega narratore. Le sue sculture sembrano tutte uscite da un universo animato. È la loro qualità narrativa che trovo così interessante. Ti raccontano una storia ricca e complicata – stando semplicemente lì”. 

Nel 2014, le sue sculture e il suo universo hanno preso vita nel cortometraggio “Mr Hublot” che ha vinto l’Oscar del “Miglior cortometraggio d’animazione”. 

La sua intuizione e la sua audacia, in cui ritroviamo tracce di Marcel Duchamp, René Magritte e Marcel Broodthaerts, lo portano su una strada molto lontana verso una mitologia moderna che deve ancora essere scritta.

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